Raramente al centro dell’attenzione, la gestione dei beni culturali di Lecce è tornato al centro dell’agenda politica con le recenti affermazioni di Alberto Siculella, candidato Sindaco di Lecce, che da tempo accusa una scarsa valorizzazione, tutela e gestione dei beni artistico-culturali.

“In pochi anni abbiamo assistito ad un passaggio di consegne agli organi ministeriali di alcuni grandi contenitori comunali. La porzione di competenza del Castello Carlo V di Lecce gestita dal comune, dopo una breve acquisizione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le
provincie di Brindisi e Lecce, dal 6 maggio 2023 è sotto la Direzione Regionale dei
Musei di Puglia. La DRM nella città di Lecce ha avuto assegnati anche l’Anfiteatro di
Piazza Sant’Oronzo e il Teatro Romano, lo scopo, insieme alla collaborazione con la
Soprintendenza ABAP è quello di favorire la valorizzazione, tutela e fruizione dei tre
monumenti” osserva Guglielmo Sansò, Dottore in Conservazione di Beni Culturali.
“Un passaggio di consegne in mano agli organi ministeriali che appare un atto dovuto stando alla complessità della gestione di questi tre siti di eccellenza, un passaggio frutto di scarsa pianificazione territoriale e paesaggistica. Durante la stesura di un Piano Territoriale di Coordinamento il concetto di percezione del paesaggio deve collegarsi a quello dello “spazio vissuto” e quindi “fare i conti con
l’esperienza territoriale (le pratiche) e i modi di percepire il paesaggio dei diversi
soggetti sociali e in primo luogo di chi nel paesaggio vive e ne trae le risorse per vivere”. Così Sansò, candidato Consigliere comunale a sostegno di Alberto Siculella Sindaco di Lecce approfondisce sui piani territoriali.
“La premessa comune ai piani territoriali e paesaggistici rivolti a “costruire un modello
di città e di territorio insieme nuovo e radicato” è la coscienza storica: capire da dove
viene, come si è formato ciò su cui vogliamo intervenite, capire il senso di una
trasformazione continua senza rifugiarci nella nostalgia. Il rischio più grande
dell’assenza di un PTC è di perdere le peculiarità dello straordinario paesaggio
comunale che va dal suo centro storico sino alle marine, inserito oramai nella rete del
turismo mondiale che lo sta soffocando e sempre più trasformando in un vuoto scenario
cartolinesco, o, detto più modernamente, in uno spazio virtuale.
Se ci fosse stata una pianificazione territoriale a monte, avremmo avuto oggi una
patrimonializzazione del paesaggio comunale come sistema integrato, anziché come
scenario o contenitore di beni culturali singoli.
La futura amministrazione comunale” conclude Guglielmo Sansò “dovrebbe intendere il territorio come
un Ecomuseo, inteso come uno strumento in grado di assolvere alla funzione di
“integrare la tutela, la valorizzazione, l’identità culturale, stimolare la partecipazione e
creare un nuovo rapporto fra patrimonio territoriale e sviluppo”, compito al quale solo
il PUG non riuscirebbe ad assolvere. Un patto con il quale la comunità si prende cura
del suo passato.”

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